mercoledì 28 dicembre 2016

Bicchierini oreo ripieni di gelato "tiramisù" e panna......anche il nulla ha un suo perché!!!!



Metto su la macchinetta del caffè e ne aspetto lo sbuffo ed il borbottio del liquido scuro in uscita, il profumo intenso che si spande in cucina ed io seduta sullo sgabello mentre scrivo....voci in sottofondo di bambini in festa che delle vacanze riescono a prenderne il meglio, "ore vuote come uova di cioccolato"....dice Baglioni in una sua canzone....
E' bello crogiolarsi nel "non tempo", nella sensazione di essere guidati da un orologio magico che possieda un ingranaggio per fermare tutto.
Viaggiare non ha prezzo, userei tutti i miei soldi che avanzano da oneri di ogni tipo per partire ed andare dove il pensiero di sicuro mi precede....
....in una casa nel Dorset circondata dalla campagna inglese della contea a sudovest, in un attico a Parigi con i tetti neri ed i comignoli aldilà della finestra, in una baita in Trentino seduta sul tappeto davanti ad un camino acceso nel pieno di una tormenta in alta montagna, in un appartamento della periferia Londinese magari verso Earl's Court  dai tratti tanto familiari, o immersa in una calda sauna della casetta sul lago ormai ghiacciato in Finlandia.....

Mi rannicchio sul divano guardando il canale su Sky dove aiutano persone a vedere appartamenti da acquistare in giro per il mondo, sogno ad occhi apperti dinanzi allo schermo dell'i-pad che dal blog di Anna "shabbyandcharme" permette di entrare in case fantastiche, l'ultima in Andalusia, cerco paesaggi e colori invernali su Pinterest e la neve sembra giungere fino a qui....
Ci vuole poco per fantasticare e così la mia casa diventa un mondo giocoso...case innevate, candy shop, il trenino di Babbo Natale con doni per tutti....


Ed a Natale ho impacchettato regali con carta da imballaggio e fili di spago...tanto sono il nulla e sarebbero stati rotti....ma intanto si è giocato di fantasia....vi piacciono?




Anche questi bicchierini "Oreo" sono carini da guardare prima che da assaggiare però vi assicuro che sono anche buoni! Ne girano tanti in rete ma io non li conoscevo prima che un ragazzino innamorato della cucina non me li facesse conoscere.

Ingredienti:
Una decina di biscotti oreo
50 gr. di burro
gelato a piacere (io gusto tiramisu')
panna montata


Procedimento:
Frullare nel robot da cucina i biscotti con il burro finchè si amalgamino le briciole. Se necessario aggiungere un altro po' di burro. Rivestire con il composto un paio di bicchieri di plastica e riporre nel congelatore per un'ora circa.
Estrarre i bicchierini e con le forbici tagliare il bicchiere di plastica intorno. Riempire il bicchierino Oreo con gelato al tiramisù e panna montata.


Sono semplicissimi, buoni e belli da guardare. Tra i cinque sensi "la vista" ha il pregio di precedere quanto gusterai. È così un po' con tutto, con il cibo che mangi, con i luoghi che vivrai, con gli oggetti che toccherai.....rappresentano il bello anche se apparentemente vuoto...ma in fondo hanno un loro perché!!!!!
Buon fine anno amici del ciberspazio!!!!!

sabato 10 dicembre 2016

Polipetti alla luciana con i ceci....facciamo l'albero che le feste sono quasi arrivate!!


Trovo che come per la realizzazione dei nostri sogni sia il percorso la parte migliore, anche per le feste di Natale sono proprio la preparazione e l'attesa che ne amplificano la valenza! 
Vi assicuro che non ci si può stancare di lasciarsi cullare dai momenti magici del Natale a patto che ci si predisponga con lo spirito giusto, con l'atteggiamento dei bambini che è sicuramente da imitare. In casa, con loro, è più facile trovare la sintonia perché mentre siamo impegnati a rendere per loro la realtà avvolta di magia ci si finisce per "cascarci".
Sorridiamo poco noi adulti, ci blocchiamo presi da mille paure di cose ancora non accadute, congeliamo la nostra immaginazione in sacchetti da freezer, lasciamo in cantina lo scatolone dei ricordi....
Ricordi che sono preziosissimi da rispolverare in momenti simili perché c'è stato fortunatamente qualcuno che ha lavorato tanti anni fa per noi, perché noi quello scatolo tutto impolverato lo avessimo potuto un giorno riaprire..
A volte, per tanti giusti motivi, si vivono le feste anche peggio del resto dell'anno. Ci si sente obbligati ad un atteggiamento da manuale ritrovandosi ad attuare una forzatura su se stessi. Magari perché ci sono i problemi che incombono e stridono con un'atmosfera fatata o addirittura si soffre per persone care che non sono più qui e mancano tantissimo ...meglio i giorni di routine quotidiana in cui tutti indaffarati non si ha il tempo di avere nostalgia.
Ed allora gli addobbi, le luci, le riviste che raccontano di bianco e di neve, le ricette che si postano su un fondo luccicoso sembrano non funzionare!!
Proviamo a fare un esercizio?
Giu' lo scatolone impolverato in cantina, via la paura dell'incerto, forte la consapevolezza che le persone assenti sono al nostro fianco.
Confusione, chiasso, risate...imitare questi bambini presi solo dalla gioia di abbellire il proprio albero diventa coinvolgente...perché quando lo si accende si illumina anche qualcosa dentro!!!
Bisognerebbe essere come uno stelo d'erba in un campo che si lascia piegare dal vento...è solo così che si riesce a far vibrare quella corda di emozioni dentro di noi.

Quest'anno ho lavorato anche il giorno della vigilia dell'Immacolata, una festa nella tradizione di pochi, e sembrava dovesse saltare il famoso cenone di cui ormai sono io la fautrice da quando mia nonna e mia zia non ci sono più. Ed allora le persone che mi sono attorno cosa hanno fatto? Hanno organizzato tutto loro ed a me è toccato solo vedere le bambine fare l'albero e mettere la  tavola. Alle 20.00 in dieci a tavola, per un attimo qualche problema alle spalle ed un brindisi per l'inizio delle feste. 
Ma qualcosa sono riuscita a preparare, un piatto classico della nostra cucina partenopea alla quale aggiungo da tempo dei ceci che arricchiscono il piatto.

Ingredienti:
1 kg di polipetti
2 scatole di pomodorini
un barattolo di ceci cotti
un bicchiere di vino bianco
olio EVO 
sale 
pepe
prezzemolo


Procedimento:
Pulire i polipetti, lavateli e poneteli in una pentola di coccio senza acqua ne condimenti. Dopo 10 minuti versate il vino e lasciate evaporare senza coperchio. A questo punto aggiungete i pomodorini in scatola, il prezzemolo e l'olio. Salate, pepate e fate cuocere per 10 minuti. Aggiungere i ceci cotti in scatola e continuare ancora la cottura per ulteriori 10 minuti.

La ricetta è di un mio libricino stile "Bignami" di ricette napoletane dal titolo "Frijmmo e magnammo" che da una vita staziona nella mia cucina nei giorni di festa tanto da avere le pagine consunte, un po' macchiate, e con le note a penna di modifiche fatte anno per anno per non dimenticare i diversi accorgimenti apportati strada facendo.
Il sugo di questo piatto è dolce e sapido di mare al tempo stesso. Lo si accompagna con crostini o pane casareccio da inzuppare.
Una possibile alternativa è poterci condire degli spaghetti cotti al dente...è il commento che viene sempre fuori quando si sta per finire di mangiarli..."qui ci vorrebbe uno spaghettino!!!".

domenica 27 novembre 2016

Spigola all'acqua pazza.....ed il calendario dell'Avvento!






Il consumismo, che regola lo stato di benessere di ogni paese industriale perché se non si compra la merce la moneta e l'economia non girano, fa si che non cali neanche il sipario sulla festa di "Tutti i Santi" del primo Novembre che già ogni vetrina è pronta ed agghindata in attesa del Natale. 
Vedo panettoni gia' stratificati in piramidi nei supermercati, la frutta secca che accompagna gli scaffali della frutta, cioccolate e ceste natalizie infiocchettate mi fanno girar la testa dinanzi ad ogni coloniale solo per il gusto di guardarle.
Gli addobbi per l'albero, la neve artificiale che scende dietro le vetrine, i primi pungitopo imbiancati fanno dimenticare quanto faccia caldo ancora adesso da queste parti.
Porto dentro il cuore il mio Natale di bambina che dopo una passeggiata serale al freddo insipava l'aria calda entrando in casa e guardava incantata l'albero luccicoso che ci aspettava.
La nonna per renderlo più colorato ci regalava le cioccolate a forma di Babbo Natale o di monete dorate da appendere ed in attesa che il Natale arrivasse ogni giorno ne facevo scomparire qualcuna scartocciandola di nascosto.
Poi si sa, le culture si influenzano e si fondono, e quello che qui in Italia è il periodo dell'Avvento cadenzato dalle candele che si accendono una per volta nelle quattro domenica prima del Natale si è aggiunto il calendario dell'Avvento di origine Tedesca che fa un countdown ogni giorno dal 1 al 24 dicembre con finestrelle o sacchettini da aprire!!!
Da quando le mie figlie sono nate di calendari dell'Avvento ne ho comprati di diversi, poi abbiamo cominciato a crearne dei nostri con pacchettini di carta e disegni natalizi...
Quest'anno sono pronte per prendere tra le mani ago e filo e così, con pannolencio rosso, adesivi e mollettine natalizie numerate se lo son create quasi da sole!!!
Le ho aiutate nel ritagliare i sacchetti, ho infilato il filo nel grosso ago ma loro hanno fatto il resto.
Ed adesso che è pronto lo abbiamo appeso, lo riempirò di dolci sorprese che cadenzeranno il ritmo dell'attesa.



Manca poco ed arriverà anche la prima delle vigilie...quella dell'Immacolata. Di consueto si mangerà pesce ed intanto facciamo le prove dei piatti. E' la volta di una spigola cotta all'acqua pazza.


Ingredienti:
1 spigola di allevamento di mare
1 spicchio di aglio
3 cucchiai di olio EVO
mezzo bicchiero di acqua
mezzo bicchiere di vino bianco secco
una decina di pomodorini
sale q.b.
prezzemolo

Procedimento:
Pulire la spigola dalle interiora e sciacquarla bene. Adagiarla in una pentola con olio, aglio. Lavare i pomodorini, tagliarli a metà ed aggiungerli al pesce. Salare poco per insaporire leggermente i pomodorini. Far cuocere per una decina di minuti con l'aggiunta dell'acqua e del vino ed ultimare la cottura. Schiaccare con i rebbi della forchetta i pomodorini perchè ne esca il sugo. La spigola sarà cotta dopo circa 20 minuti,  se ne è certi quando l'occhio del pesce è tutto bianco.Ultimare con un ciuffo di prezzemolo tritato.

Questo classico sughetto detto "acqua pazza" fatto di pomodorini, acqua e vino è un classico della cucina Campana che permette di cuocere pesci o soute di vongole e cozze in un modo molto gustoso. Il liquido che si forma mentre consente al pesce di cuocere si impregna a sua volta del suo sapore rendendolo davvero un piatto dal sapore di mare.
Si sa che con il pesce ci sta bene il pane soprattutto quando alla fine lo si puo' inzuppare in tanto sapore.
Una volta tolte le spine si impiatta proprio ricoperto di "acqua pazza".
Pronti all'inzuppo?

mercoledì 9 novembre 2016

Sugo alla Bolognese di casa....Torino e Salerno gemellate per le luminarie di Natale!!!



Il viso all'insù, il nostro come quello dei bambini meravigliati quando, spuntando fuori dal parcheggio sotterraneo del centro storico di Torino, ci siamo ritrovati in piazza San Carlo accolti da grossi lampioni multicolore!
Un ponte di autunno, un viaggio improvviso e coccole per una famiglia sempre di corsa che non riesce a riunirsi per fermare il tempo! 
Un' intimità ritrovata che non ha prezzo perché quando siamo soli noi quattro funziona così...otto ore di viaggio spezzate da una sosta in Toscana, a visitare la bellissima cittadina di Monte San Savino in provincia di Arezzo, per mangiare alla "Pecora nera" la fiorentina di Chianina, la ribollita , la trippa ed i cantuccini di casa.
E così otto ore di viaggio si sentono meno e nessun segno di cedimento di due bimbe curiose che hanno accettato l'invito di vedere Torino prima di tutto di notte.

Poi di giorno per due lunghi giorni, per otto ore di fila.....Torino maestosa , Torino regale, Torino con i colori delle foglie in autunno al "parco del Valentino" lungo il Po'", che in questa stagione è ancora più bello!!".


Le stanze di un "castello medievale" permettono di rivivere i banchetti e le cucine di corte con camini enormi, poi sono i sacchettini di gianduiotti e grosse caldarroste a cadenzare le lunghe camminate.... Piazza Castello, la Mole Antonelliana, i bellissimi negozi del corso sotto i grandi porticati, gli artisti di strada, la Sacra Sindone, il "Museo Egizio".....
Esausti la sera a far spesa in una tipica salumeria della fantastica periferia torinese, Moncalieri, a comprare i formaggi tipici come quello di Pinerolo ed il gorgonzola al cucchiaio....ed alla ricerca della salsiccia di Bra' che, sigh...non abbiamo trovato pronta....
Presso un carinissimo residence, "Le Serre", che affaccia sui tetti delle case sottostanti, ci attendeva la sera un nido tutto nostro.
Un cucinino per prepararci la cena,  un comodo divano nel quale sprofondare in quattro con cioccolata calda e tisane tra le mani davanti alla tv con i piedi sul tavolino davanti. Un soppalco di caldo legno come di legno un tetto con lucernario a ricoprire un soffice letto stile Heidi! Un mattino nebbioso sul giardino antistante visto dalle finestre come in un' atmosfera surreale.
E con la fine di questo prezioso ponte eccoci al rientro, carichi come non mai e per la domenica successiva ancora in cucina, stavolta la nostra cucina...e stavolta il mio compagno prepara la sua Bolognese...
ho ceduto a lui il mestolo per un bel ragu' fatto di ingredienti semplici egenuini, ricco di carne macinata e di sugo acquistati al chilometro zero presso l'azienda "Del Corso" (di cui ti parlai qui)....e gli rubo la ricetta!!

Ingredienti:
300 gr. di carne macinata
Una bottiglia di 1/2 litro di sugo
mezza cipolla
una carota grande
sedano
1/2 litro di vino bianco (io "
Coda di volpe")
sale q.b.
2 cucchiai di olio EVO


Procedimento:
Tagliare a dadini piccolissimi la carota, la cipolla ed il sedano.
Mettere in una pentola l'olio nel quale far soffriggere le verdurine, poi aggiungere il macinato e far rosolare il tutto. Aggiungere il vino bianco e cuocere a fuoco lento per quasi quaranta minuti, finchè le carote non siano completamente cotte.
A questo punto aggiungere la passata di pomodoro, salare quanto basta e completare altri dieci minuti la cottura.




E così il sugo è pronto...fatto sobbollire lentamente e con l'aggiunta del pomodoro solo in ultimo fa si che il macinato e le carote siano completamente amalgamate, e queste ultime donano un dolciastro giusto alla Bolognese.
Ho usato delle tagliatelle paglia e fieno della Rummo ma anche prepararle in casa avrebbe un suo perchè...il sugo si impregnerebbe bene nella pasta porosa.
Quando ne rimane lo si può conservare in frigo dentro un barattolo di vetro per qualche giorno. Magari per una cena appetitosa infrasettimanale dove il lungo tempo di cottura non lo peremetterebbe. Giusto per coccolarsi anche nella nostra casa più calda, più accogliente, e noi ancora con la voglia di stare insieme....
Ed ora anche qui usciamo con il viso all'insù ed ancora ci ritroviamo ricoperti dalle stesse luci delle luminarie, quelle che da anni Salerno e Torino gemellate si scambiano...
....e la magia del Natale comincia a girare nell'aria!!!!

venerdì 14 ottobre 2016

Torta di mele semplicemente.......keep calm and love autumn!!!



Sebbene ci siano giorni precisi a cadenzare l'arrivo di una stagione io non la sento presente se non è nell'aria, nei colori, nei profumi e nelle temperature...e adesso l'autunno per me è davvero arrivato!
Ho appena richiuso lo scatolone con gli indumenti estivi, ho preso soltanto i panni di mezza stagione perché maglie e giacche pesanti ancora non sono adatti....le miriadi di paia di stivali si, da quelli non me ne separero' fino a primavera!!!
Una domenica uggiosa arrivata dopo un sabato lavorativo mi ha fatto rannicchiare sotto la trapuntina nel letto fino a tardi. 
E quasi senza pensarci ho infornato una semplicissima torta di mele che ha donato profumo al pranzo domenicale, consolante mentre l'aria frizzantina entra dal balcone semichiuso.
Anche se tra qualche giorno la mia camera da letto sarà mobilitata per lavori necessari ad un impianto elettrico obsoleto ed all'umidita' formatasi in un angolo, cerco di mantenere la calma, di mettermi per un' oretta all'opera vicino alla vecchia macchina da cucire di mia nonna con uno scampolo di stoffa e ricavarne un rivestimento nuovo come copriletto, per i cuscini e la tavola.


Le bambine sono sempre con il pensiero a Londra..vorrebbero tornarci per la terza volta, ed intanto si son create un puzzle che la rappresenti, un cuscino con la bandiera bretone, il puzzle 3d del Big Ban. Potevo non essere a tema con loro?

Consapevole che le attività e la vita lavorariva abbiano ripreso il loro pieno ritmo ho voluto non strafare ripromettendomi un tam tam di progetti quanto più possibile attuabili...vorrei imparare a portare a termine di più il poco che posso piuttosto che immaginare l'impossibile....ed intanto dico a me stessa...keep calm and love autumn!!!

La ricetta l'ho presa nel web da qui:
Ingredienti:
300 gr. di farina
250 gr. di zucchero
70 gr. di burro
3 uova
un bicchiere di latte
un limone, scorza grattugiata e succo per bagnare le mele
3 mele 
1 bustina di lievito per dolci
zucchero di canna (mia aggiunta)

Procedimento:
Riscaldare il forno a 180°C.
Tagliare le mele a spicchi e bagnarle con il succo del limone.
Separare i tuorli dagli albumi.
Sbattere i tuorli con lo zucchero finché si sciolga lo zucchero. Aggiungere il burro a temperatura ambiente ed amalgamare il tutto.
Mescolare la farina al lievito ed aggiungere pian piano all'impasto alternando con il latte. Aggiungere la buccia grattugiata del limone. 
Sbattere a neve gli albumi ed amalgamare delicatamente all'impasto.
Versare il tutto in una tortira foderata con carta forno. Adagiare a raggiera gli spicchi di mele e ricoprire la superficie con lo zucchero di canna perché la superficie venga caramellata.
Infornare a 180°C statico per 40 minuti.
Sfornare ed attendere che si raffreddi.


La mela è il frutto che ci accompagnerà in tutti i mesi a venire nelle sue molteplici qualità...ricordo di aver sempre impastato torte di mele da quando, ancora ragazzina, ho mosso i miei primi passi nel mondo dei dolci...ma credo di essermi ripetuta poche volte nelle ricette...anche qui sul blog e' stata prima la volta di uno strudel, poi la torta di Maurizio Santin con l'aggiunta di marmellata, ancora dei dolcini simil-cuordimela...stavolta nella sua semplicità spicchi di mela irrorati di limone affondati in un dolce da merenda che presenta tutta la sua sofficità all'interno ma una buona crosticina sulla superficie dovuta allo zucchero di canna caramellato nel forno.
Morbida e profumata dona un dolce risveglio il lunedi...ovviamente se n'è avanzata una fetta!

domenica 25 settembre 2016

Potage o crostini di fave e pancetta......ed un inviato a Torino molto speciale!!!


Per lavoro sono stata alcuni giorni in Puglia, nella zona di Ostuni, e nelle pause pranzo ho dato un colpo secco al mio colesterolo, dal valore gia' ai limiti, rimpilzandomi di latticini: treccine calde appena fatte tanto callose da richiedere lunghi tempi di masticazione, burratine e stracciata a non finire!!
Per fortuna che il tutto sia stato bilanciato da un legume, la fava, che a me fa impazzire! Decorticata e cotta, poi ridotta in pure', davvero insuperabile...
Non potevo, ritornando a casa, non fare un salto al mercatino rionale per cercare le fave secche decorticate!!!

E mentre questa settimana piena zeppa di lavoro giunge al termine ho il mio compagno che impreca da Torino perche' avrebbe voluto che fossi li con lui per visitare una citta' che merita...
ma soprattutto per l'appuntamento annuale della fiera "Terra Madre salone del gusto 2016" con i presidi Slow food che in questi giorni vede "il parco del Valentino" occupato da stands ricchi di cibo.
E' forte la presenza delle eccellenze Campane che conosco bene perche' costituiscono il mio cibo quotidiano!
Il piatto che mangi a cena con la famiglia, gli amici, per il pranzo della domenica, per le feste di Natale o Pasqua, che sanno di tradizioni di casa, che ricordano i metodi di conservazione dei cibi in dispensa dei propri nonni.

In un tempo in cui si fa demagogia su quanto possa fare male il cibo, la carne, il latte ed i suoi derivati, in cui si inneggia a filosofie di mangiare diverso ed a volte sbilanciato verso un alimento piuttosto che un altro, c'e' lo slow food, un cibo lontano dalla produzione di massa industriale perche' puo' soddisfare fabbisogni piu' limitati, ma che lascia il segno appagando il palato di chi lo prova.
Ed allora in questa circostanza ho chiesto al mio compagno, con tono supplichevole, di essere i miei occhi, il mio inviato speciale, cercando di fotografare cio' che secondo lui mi sarebbe piaciuto di piu' stando li'....
Ecco a voi un giro virtuale...
I pomodorini del piennolo, un'eccellenza dei Paese Vesuviani, un pomodorino piccolo e dolce che viene conservato per i mesi invernali in queste forme a campana da appendere e dal quale e' possibile pian piano staccarne pochi per dare sapore a sughi, bruschette, pizze, piatti di pesce...
I dolci napoletani...una muraglia di baba' da bagnare con acqua e rum, le sfogliatelle, la pastiera.....difficile scegliere quale preferire.
Il succo di melograno, un frutto che viene spesso sottovalutato ma che ultimamente sta ritornando in auge.
I formaggi, dai freschi come la mozzarella di bufala o "la zizzona di Battipaglia" alla ricotta di bufala per preparazioni piu' delicate rispetto a quella di mucca o pecora che viene utilizzata piu' per cucinare, alle caciotte e caciocavalli piu' stagionati. Ecco ad esempio il "pecorino di Bagnoli".
I legumi come i fagioli di Controne, i ceci detti "Maracuocci di Lentiscosa" che ridotti in farina danno vita alla buonissima "maracucciata", poi zuppe di farro e cereali.
La preparaziome della milza, questa parte di interiora che noi Salernitani amiamo cucinare il giorno del Santo Patrono, San Matteo, farcito con un' imbottitura speciale di prezzemolo, aglio e peperoncino, cotta nell'olio e poi nell'aceto....io ne sono golosissima.
Ed ancora i fichi del cilento che vengono seccati per le feste natalizie, le nocciole di Giffoni Vallepiana, i limoni della Costa d'Amalfi con la quale viene prodotto il limoncello, la colatura di alici o le acciughe salate di Cetara per rendere una spaghettata semplice gustosissima, il broccolo aprilatico di Partenopoli, il carciofo bianco di Petina, la numerosa varieta'di oli e vini delle diverse province.

Ed ora torniamo alle mie fave. Ho pensato all'abbinamento con la pancetta per un potage caldo che da consolazione nelle prime fresche sere autunnali oppure, una volta raffreddato diventa un vero purè da spalmare su crostini fatti di pane casareccio, un goloso finger food apripasto per una cena con amici, da provare magari accompagnato da un calice di bollicine!

Ingredienti:
250 gr. di fave secche decorticate
cubetti di pancetta 
sale q.b.
olio Evo

Procedimento:
Mettere in ammollo per una notte le fave secche, l'indomani cuocerle ricoperte di acqua a filo nella pentola a pressione per una ventina di minuti.
Una volta cotte ridurle con il minipinner. Salare quanto basta.
Rosolare con poco olio la pancetta a cubetti in una padella.
Versare il potage caldo in una ciotola adagiandovi sopra la pancetta croccante e condire con un leggerissimo filo di olio Evo.

Servire!!
Se volete preparare i crostini basta aspettare che il potage si raffreddi e poi spalmarcelo sopra. Ugualmente si può insaporire il tutto con la pancetta croccante e l'olio Evo.



Alcune idee prese dal mio soggiorno pugliese: un pure' di fave con la cicoria, delle bruschettine ricoperte di pure' con sopra un gambero arrotolato nella pancetta oppure un primo piatto di cicatielli alle vongole adagiato in un piatto su purea di fave.
Dopo questa carrellata di prelibatezze è imbarazzante scegliere, vero? Baci!!!